Un nuovo studio sul riso selvatico pubblicato su Nature Genetics apre la strada a varietà più resilienti e coltivabili in ambienti estremi

Un team internazionale di ricerca guidato dalla King Abdullah University of Science and Technology (KAUST, Arabia Saudita) e dalla Wageningen University & Research (Paesi Bassi) ha pubblicato sulla rivista Nature Genetics uno studio che analizza l’evoluzione del genere Oryza, cui appartengono il riso coltivato e i suoi parenti selvatici, offrendo nuove prospettive per la selezione di varietà più adattabili ai cambiamenti climatici e coltivabili in aree oggi improduttive.
Tra i coordinatori dello studio figura anche Andrea Zuccolo, Research Scientist presso KAUST, che durante lo svolgimento della ricerca ricopriva il ruolo di ricercatore presso l’Istituto di Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il suo contributo ha riguardato in particolare l’analisi comparativa dei genomi e la ricostruzione filogenetica delle specie selvatiche di riso.
Lo studio ha preso in esame undici specie di riso selvatico, tra cui nove tetraploidi e due diploidi, rivelando un’ampia diversità genomica legata all’accumulo di elementi genetici noti come "Jumping genes" — elementi genetici presenti nei genomi di procarioti ed eucarioti, capaci di spostarsi da una posizione all’altra del genoma — che rappresentano una fonte naturale di variabilità e innovazione genetica.
Le analisi hanno mostrato che queste specie differiscono notevolmente per le dimensioni dei genomi e per la presenza di geni associati alla tolleranza a condizioni ambientali estreme, come alte temperature, suoli salini o siccitosi, caratteristiche sempre più rilevanti in un contesto di cambiamento climatico globale.
Inoltre, lo studio ha permesso di ricostruire la storia evolutiva delle specie del genere Oryza, evidenziando come eventi di stress ambientale abbiano agito da motore per l’innovazione genomica e l’adattamento. I risultati forniscono così una cornice utile per il miglioramento genetico del riso coltivato, con l’obiettivo di sviluppare varietà più resilienti e capaci di crescere in ambienti oggi marginali per l’agricoltura.
Con oltre 3,5 miliardi di persone che ne fanno il principale alimento quotidiano, il riso rappresenta una coltura fondamentale per la sicurezza alimentare globale. Questo lavoro offre strumenti preziosi per rafforzarne la produttività e l’adattabilità.
Lo studio è consultabile sul sito della rivista al seguente URL: https://www.nature.com/articles/s41588-025-02183-5